3.23.2013

Sacra di San Michele - Avigliana - Italy


Mi ero già appuntato questo luogo come ottimo spot fotografico mesi fa, dopotutto si tratta di uno dei luoghi che ha ispirato il celebre romanzo "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco ed è considerato uno dei luoghi religiosi monumentali più importanti del piemonte. 
Già dall'autostrada il posto si presenta epico al tramonto.
Una volta raggiunto il luogo l'atmosfera in effetti è garantita: questo monastero arroccato su un monte nei pressi di Avigliana (TO), un pò composito vista la sua antichità e i continui restauri-aggiunte lungo i suoi secoli di storia regala al visitatore un colpo d'occhio non da ridere.





                                      




Una volta raggiunti i piedi della Sacra comincia un cammino di 150 gradini che,



 costeggiando una statua molto particolare di San Michele, 




porta poi  attraverso un largo ed alto ambiente interno molto evocativo...




per poi riuscire all'esterno mostrando alcune arcate evidentemente più nuove del resto ed  impossibili da non fotografare



tramite una sontuosa porta in legno si entra poi nella chiesa, 


dove il parroco (molto gentilmente) mi  spiega vita morte e miracoli sugli interni della chiesa e sulle leggende che aleggiano sulla Sacra (che un pò avevo già letto in rete). 
Mi ha persino dato alcuni punti dove mettermi per scattare le foto, facendomi anche salire sull'altare per i miei scatti




La Sacra di San Michele si trova più o meno a 1000km in linea d'aria da Mont Saint Michelle in Francia e ad altri 1000 da Monte Sant'Angelo, in Puglia.  La leggenda più famosa della Sacra è quella secondo cui fu la spada di San Michele (qui sotto) a tracciare la linea che collega questi tre luoghi di culto di San Michele.


Dalla chiesa si prende l'uscita sul retro e  si accede ad una grande terrazza dalla quale si gode una vista bellissima sulla Val di Susa,  le rovine del Monastero



...e la Torre della Bell'Alda 






 La Leggenda vuole che la Torre prenda il nome appunto da questa Alda, che scappando dai briganti si ritrovò costretta a gettarsi nel vuoto dalla sommità della torre.
La provvidenza decise di salvarla e così arrivò a terra sana e salva. Una volta tornata in paese ella cominciò a vantarsi di questa sua impresa e visto che nessuno credette alle sue parole decise di ripetere il miracolo. Questa volta, visto il gesto privo di significato e pieno di caparbietà  nessuna forza divina decise di salvarla e così si sfracellò al suolo.

Il consiglio per ogni appassionato di fotografia è senz'altro di visitare questo luogo e magari unirlo ad una visita a Torino (post a seguire) che ne vale senz'altro la pena!

2.11.2013

il pane e i denti

Vecchi tempi Quando passo davanti a questi vecchi edifici pubblici, che ancora oggi ospitano scuole  medie o superiori, per quanto ormai vecchi e per certi versi anche un pò fatiscenti, mi ricordano un periodo della mia vita ormai concluso, un periodo che quasi tutti nel mio paese hanno vissuto e molti -son sicuro- anche dimenticato. Un periodo in cui non avevo ancora la maturità necessaria per apprendere a pieno quello che volevo dalla vita, un periodo in cui non ero ancora pronto per dare alla vita il mio personale senso e scopo... Eppure mi rendo conto che allora di tempo ne avevo in abbondanza, perchè alle 13 di ogni giorno ero già libero e se solo avessi saputo con chiarezza che fare di tutte quelle ore di libertà forse oggi sarei una persona diversa.
Il tempo in cui vivo oggi, l'Era in cui mi muovo, invece è quella in cui ho acquisito quella maturità, quella consapevolezza, necessaria per sapere come sfruttare a dovere il proprio tempo...ma di contro è anche quella dove di tempo, materialmente, ce nè sempre meno per seguire tutti i miei interessi e tutte le cose che mi fanno sentire realmente vivo.
Quando hai tanto tempo non sai che fartene, quando ne hai poco ti mangi le mani per tutte le cose che ci faresti...C'è chi ha il pane e non i denti, giusto? Purtroppo questo è l'ennesimo fattore che 'va al contrario' nella società in cui vivo.
Penso a me, vent'anni prima, varcare una porta come questa con quella mia cartella coloratissima, della Seven,  pesante e carica di libri inutili. Gli stessi libri che avrebbero dovuto fare la ricchezza della mia mente ma che col senno di poi considero alquanto neutrali per la mia crescita, anzi penso che alla fine alcuni di essi mi abbiano fatto addirittura male. Non male quanto mi hanno fatto alla schiena nel portarmeli dietro per mezza città tra un bus e l'altro, si intende...ma insomma...male. Tutto molto standard, tutto molto basico. Non era e non è un ambiente dove una mente può crescere libera, creativa e senza preconcetti.
Fortunatamente sono sempre stato un'autodidatta, e come diceva Mark Twain:
Non ho mai permesso che la scuola interferisse con la mia educazione
Ho sempre preso dalla scuola solo quello che poteva darmi di concreto: le basi.
Tutto il resto mi è piaciuto scoprirlo da me..Ma la cosa più bella e rassicurante è che sono ancora all'inizio!

2.02.2013

Verucchio - San Marino

Verucchio è un piccolo borgo medioevale nel Riminese: lo raggiungiamo in pochissimo tempo partendo da Santarcangelo, usandolo come tappa intermedia prima di raggiungere San Marino, che da qui dista solo 8km ...Nella foto qui sotto infatti potete ammirare la sua silouette vista da Verucchio:


Attraversiamo in auto un intrico di stradine acciottolate sempre più strette che salgono fino a raggiungere il parcheggio posto direttamente affianco alla Rocca Malatestiana. Questa antica fortificazione (stimata 1144) è anche conosciuta come ‘culla dei Malatesta’ per aver dato i natali al terribile Mastin Vecchio, citato anche da Dante nella Divina Commedia (“E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, / che fecer di Montagna il mal governo, / là dove soglion fan d'i denti succhio”).
Ci avviciniamo all’entrata, paghiamo il biglietto (4 euro circa)...


... e ci ritroviamo in una bella corte esterna dalla quale si ha un panorama che spazia fino all’Adriatico da una parte, mentre dall’altra si affaccia sui fantastici tetti del borgo di Verucchio e sulle colline Romagnole, sino al Montefeltro. La stessa vista, solo più rialzata e a 360°, l’abbiamo ammirata insieme al vento gelido di Gennaio risalendo la Rocca sino al tetto, tramite ripide scale interne. 








Al pianterreno, in una enorme sala, è invece presente una mostra di armature dell’epoca ed una grande parete su cui è riprodotto l’albero genealogico dei Malatesta.


Resistiamo il giusto visto il sole che cala ed il vento è sempre più forte e gelato. Qualche foto, una fumata e siamo di nuovo in auto verso San Marino. Nel breve tragitto siamo d’accordo nell’affermare che abbiamo fatto bene a fare queste due tappe alternative.


A San Marino fa ancora più freddo. Siamo più in alto e qui la neve, non ancora del tutto sciolta, imbianca sofficemente edifici e monumenti. Faccio poche foto sfruttando l'ultima luce naturale a mia disposizione. Andiamo un pò per negozi, incontriamo per caso altri amici ‘in gita’ e ci facciamo un thé per riscaldarci prima di tornare a casa.